AdolescenzaMa ci si innamora ancora?

Ma ci si innamora ancora?

Ma ci si innamora ancora?

Ognuno di noi ha una sua idea di cosa sia l’innamoramento e ognuno di noi lo ha sperimentato almeno una volta nella vita.

Se andiamo a cercare una definizione formale del termine innamoramento, frequentemente troviamo  questa descrizione:

“l’innamoramento è una pulsione che provoca una varietà di sentimenti e  di comportamenti caratterizzati dal forte coinvolgimento emotivo verso un’altra persona, che, a seconda dei casi , è associata a un’intensa attrazione sessuale”. 

Tra emozioni e sentimenti, sui quali sono stati scritti migliaia di trattati, l’aspetto più concreto è sicuramente la sua natura pulsionale che vede il coinvolgimento di alcune parti del cervello.

Tutta colpa della chimica

Le famose farfalle nello stomaco, le mani che sudano e così anche tutte le sensazioni ed emozioni che proviamo quando ci innamoriamo, partono dalla zona più razionale del nostro corpo e quindi dal cervello.

Tra gli studi più famosi a riguardo, c’è quello dell’antropologa Helen Fisher che, attraverso l’osservazione dell’attività cerebrale con la risonanza magnetica, ha notato il rilascio da parte del cervello di diverse sostanze a seconda della fase specifica di innamoramento.

Durante la fase del desiderio sessuale il cervello rilascia estrogeni, endogeni ed endorfine, nella fase dell’amore romantico dopamina, norepinefrina e serotonina e per finire nella fase dell’attaccamento ossitocina e vasopressina.

Questi neurormoni regolano a loro volta le nostre reazioni e gli stati umorali connessi ai vissuti esperienziali.

Quindi, da un punto di vista scientifico, questo e moltissimi altri studi confermano le molteplici reazioni che si creano nel momento in cui il nostro interesse verso un altro soggetto diventa qualcosa di più che un semplice piacere di vicinanza o un maggiore desiderio di conoscenza.

La complessità e le mille sfumature che lo caratterizzano, trovano un unico fattore comune, che è  insito nella natura umana e fa parte della specifica capacità della specie “homo” di amare ed entrare in empatia.

Da un punto di vista biochimico ha lo scopo di portare due soggetti il più vicini possibile per arrivare all’accoppiamento o alla soddisfazione delle pulsioni sessuali.

Ma se da un punto di vista scientifico e concreto, gli studi hanno sempre più chiarito l’implicazione delle sostanze che entrano in gioco in questa prima fase dell’incontro d’amore, altro aspetto sono le modalità comunicative e gli stimoli che entrano in gioco in questa delicata fase dell’approccio amoroso.

L’innamoramento nella storia

L’evoluzione storica dell’innamoramento viene narrato in opere magistrali che ne documentano degnamente i vissuti. L’innamoramento ha avuto il suo reale riconoscimento solo nel settecento e in precedenza era sintomatico di rivolta verso l’ordine costituito o verso i doveri matrimoniali: la letteratura è ricca di storie di innamoramenti adulteri o osteggiati e non riconosciuti, che hanno accompagnato la nostra crescita e la nostra formazione culturale e per molti sono state stimolo di sentimenti ed emozioni importanti. 

Ne sono un esempio Tristano e Isotta, Romeo e Giulietta, Lancillotto e Ginevra e così via. Queste storie sono nella memoria di tutti noi ed in qualche modo hanno contribuito a creare uno stereotipo collettivo sull’innamoramento e sulla sua manifestazione. Dall’amore sublime di Paolo e Francesca a quello delicato di Mr Darcy e Lizzie fino a quello inebriato di Paul Verlaine e Arthur Rimbaud, per arrivare a Frida Calo e Diego Rivera la storia è piena di travolgenti passioni nelle più disparate forme di innamoramento e di vissuto amoroso.

I racconti, le storie, le fiabe e tutte le narrazioni d’amore hanno subito molte evoluzioni nel corso della storia e sono andate di pari passo con il livello di riconoscimento sociale i cambiamenti socioculturali. Basti pensare alle fiabe che ci raccontavano da bambini dove l’innamoramento passava quasi sempre per un atto salvifico della giovane sventurata di turno, per arrivare alle odierne favole nelle quali ci si innamora di orchi, rospi o dove l’innamoramento diventa spesso protagonista e artefice della sua stessa narrazione.

L’innamoramento ai giorni nostri

I cambiamenti sociali, gli accadimenti globali, la rivoluzione tecnologica e l’avvento di internet hanno profondamente cambiato anche le modalità comunicative legate all’innamoramento e ai vissuti amorosi.

Come bene descrive il famoso filosofo polacco Zygmunt Bauman, in una società in cui tutto è in continua evoluzione e in cui tutto viaggia alla velocità della luce, lo spazio per innamorarsi e la ricerca della persona amata sono temi sempre presenti, ma non sempre così concreti e reali. Bauman parla della nostra società come di una “modernità liquida” nella quale l’esperienza individuale e le relazioni sociali sono segnate da caratteristiche e strutture che si vanno decomponendo e ricomponendo rapidamente, in modo vacillante e incerto, fluido e volatile.

Allo stesso modo descrive l’uomo che vive questa modernità come un soggetto mutevole e instabile che mira ad una stabilità di aggregazione al punto da diventare “ansioso di instaurare relazioni”, ma al contempo “pauroso di rimanere impigliato” nelle relazioni stesse.

Bauman utilizza come metafora sociale un racconto di Italo Calvino “Le città invisibili” nel quale l’autore descrive gli abitanti di un paese di nome Leonia come coloro che “godono delle cose nuove e diverse” gettando quotidianamente le cose utilizzate, per godere continuamente della novità.

Allo stesso modo Bauman descrive l’uomo della “modernità sociale” come colui che non vuole rimanere impigliato nelle relazioni e desidera sperimentare sempre cose nuove e soddisfacenti. Parla allo stesso modo di “amore liquido” come un amore che cambia continuamente all’incessante ricerca di novità.

La descrizione che il filosofo polacco fa della nostra società da mio modesto punto di vista inquadra perfettamente lo scenario sociale nel quale viviamo e credo che purtroppo la pandemia abbia ulteriormente influito sull’imporsi di questa instabilità.

E in tutto questo ci sarà ancora modo di innamorarsi?

Se osserviamo meglio i contesti attuali di formazione della coppia, dobbiamo tenere in dovuta considerazione oltre ai luoghi consueti, che negli ultimi due anni sono stati per ovvi motivi molto limitati, anche i luoghi virtuali (social network, chat, siti per incontri e così via…).

Anche se, chi si approccia alla conoscenza virtuale di altre persone è consapevole della possibilità che i profili visitati possano non essere così autentici e veritieri, è chiaro che in prima istanza possa essere attratto da un proprio canone di preferenza estetica e personale.

Se da una parte lo schermo protegge e dà più tempo per studiare l’altra persona, dall’altro il rischio di voler apparire diversi da quelli che si è, è molto grande. Le continue ricerche di approvazione di massa, attraverso i social network, sono inoltre altri tentativi per verificare l’accettazione sociale ma, soddisfano solo nell’immediato la nostra autostima e non trovano spesso concreta realizzazione nella vita quotidiana.

Il rischio è che alcuni si isolano nel mondo virtuale proiettandosi in un futuro isolamento sociale e affettivo mentre altri instaurano relazioni virtuali dalle quali però fuggiranno virtualmente considerandosi cittadini onorari di “Leonia”.

L’esperienza dell’innamoramento on line è ormai esperienza comune ma il rischio è che avendo oggi molte più possibilità di condivisione non ci si riesca a fermare, e si continui a ricercare l’incontro perfetto confermando la sopracitata teoria di Bauman per cui ci si innamori frequentemente ma con la stessa velocità si passi da un innamoramento all’altro.

Stessa cosa per le nuove generazioni che rispetto a noi spesso approcciano i primi innamoramenti attraverso la loro iperconnessione, il rischio di saltare da un innamoramento all’altro è molto forte. La ricerca delle emozioni e dello sfarfallio dell’innamoramento avviene quindi anche attraverso canali nuovi immediati e veloci, ma  cosa succede quando si desidera passare dal virtuale al reale?

Quanto le aspettative vengano confermate, quanto l’aspetto pulsionale possa prevalere su quello razionale, quanto la realtà possa sopraffare il desiderio di ritornare al virtuale sono solo alcuni dei quesiti che circondano gli incontri organizzati online.

Piccole regole per sopravvivere all’innamoramento “liquido”

L’aspetto che probabilmente ci può salvare dal rinchiuderci in rapporti irreali, o di saltare da un innamoramento all’altro senza concederci di concretizzare le relazioni amorose, rimane sempre una corretta educazione emozionale.

Acquisire la capacità di riconoscere le nostre emozioni e quelle degli altri, di capire le cause che le hanno generate, o le situazioni che le hanno scatenate, saper utilizzare le emozioni in modo funzionale, sono solo alcuni dei requisiti fondamentali affinché si possa vivere l’innamoramento in modo funzionale ad esperienze d’amore concrete.

Goleman parla di intelligenza emotiva come di quella capacità che ogni individuo dovrebbe sviluppare, che gli consente di governare le emozioni e di guidarlo nelle direzioni più opportune  che lo  spingano alla ricerca di benefici duraturi piuttosto che al soddisfacimento degli appetiti più immediati.

L’intelligenza emotiva è una parte fondamentale del bagaglio di ogni persona che consente di acquisire abilità sociali e di empatia che sono fondamentali anche nell’innamoramento. Rispetto ai nuovi contesti relazionali di internet, probabilmente diventa sempre più necessaria un vero e proprio apprendimento di quello che rappresenta l’identità digitale, i rischi connessi all’esposizione sul web, e probabilmente, questo tipo di competenze dovrebbe essere insegnate a tutti e diventare bagaglio culturale della società.

Ruolo fondamentale a tale riguardo sarà quello della scuola, nella quale sarà necessario implementare tutte le attività di educazione all’uso positivo e consapevole di internet per i ragazzi in modo da valorizzarne le innumerevoli opportunità che esso offre e porre l’attenzione sulla molteplicità di pericoli che questo mondo nasconde.

Quindi l’innamoramento rimarrà sempre un’esperienza emotiva particolare e per alcuni versi ineguagliabile; anche se a distanza e mediata dalla tecnologia, l’importante è continuare a riconoscerne il vissuto emotivo e lasciare che lasci un segno impresso nei nostri cuori.

Dott.ssa Loredana Luise

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