diritti dell'uomoGiornata della Memoria

Giornata della Memoria

Giornata della Memoria

✍️La mia personale memoria

Era fine settembre 1977 e ricordo, come fosse ieri, la prima volta che vidi quella Renault 6 grigio topo, carica di mille bagagli, fare capolino nel viale d’ingresso del Residence in cui vivevo. Aveva una targa simile a molte che abitualmente vedevo durante l’estate, ed era inequivocabilmente di origine tedesca, vista la presenza di quella “U” con i due puntini sopra. Al suo interno una coppia di signori anziani.

Lei capelli corti grigi, occhialetti spessi, piccoli e affusolati, labbra inesistenti ma comunque dall’apparenza gentile. Lui alto, cappello buffo schiacciato sul capo, occhialoni neri grandi e un vestito color cachi triste, quanto lui almeno.

La mamma mi disse che era una coppia di signori tedeschi di una certa età, che si era trasferita in Italia, e che sarebbe rimasta a vivere vicino a noi per un po’: stando ad alcune indiscrezioni trapelate dai discorsi dei miei genitori, erano fuggiti dal loro paese e si nascondevano lontani da casa per alcune cose fatte in passato.

I Guttingh, così si chiamavano, erano silenziosi, ordinati, strani, talmente strani da stimolare in me un’estrema curiosità che mi spingeva sempre più a seguirli con gli occhi nei loro spostamenti e a scrutare ogni piccolo segnale mi potessero mandare. I loro nomi credo di non averli mai saputi, loro erano Frau e Herr Guttingh, parlavano sottovoce e dalla loro cucina uscivano profumi strani, ai quali non ero assolutamente abituata. Mia mamma mi diceva che profumavano di cannella mista a tabacco e mi ricordava sempre di essere gentile e garbata senza mai invadere i loro spazi. Ma io avevo 8 anni e tutto ciò che rappresentava un diversivo dai miei consueti giochi solitari era sinonimo di attrazione divertente. E così fu fino al giorno in cui il caro Herr Guttingh mi chiamò per aiutarlo a fare una cosa a detta sua “molto importante”.

Una gatta aveva osato partorire a ridosso del suo sottoscala. Munito di guanti, occhialoni e sacco nero, con una mano teneva la mamma gatta per la collottola e con l’altra un sacco nero e una lunga siringa bianca; mi disse di prendere i cuccioli e di metterli nel sacco nero. In un attimo ci inserì anche la mamma gatta e dopo averlo fatto roteare mi disse “SCHAU” (guarda) e in un perfetto italiano aggiunse COSI’ SI FA CON I BASTARDI. In un secondo inserì la siringa nel sacco che in un attimo si gonfiò e si sgonfiò. Dal sacco uscì uno strano miagolio e d’istinto scappai via così veloce da non ricordare neanche la strada del ritorno.

Fu l’ultima volta che vidi HERR Guttingh ma per molto fu il protagonIsta inconsapevole dei miei incubi. I miei genitori mi spiegarono, dopo qualche tempo, chi fosse quell’uomo e di come nella sua vita fosse stato abituato a fare quello che avevo visto, anche alle persone…….a molte persone. In memoria di tutti gli esseri viventi vittime dei tanti Herr Guttingh.

Come io non posso dimenticare, nessuno dovrebbe mai dimenticare. Celebrare il giorno della memoria non è puramente un esercizio rituale ma una riaffermazione di valori come il rispetto fra gli esseri umani e la libertà personale nella sua assoluta diversità.

Non dimentichiamo

27 GENNAIO 2022

LOREDANA LUISE

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