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Cosmeticoressia
Le ossessioni e i comportamenti compulsivi sono continuamente in aumento al punto che compaiono sempre più spesso neoligismo necessari a definire i diversi fenomeni. Il termine“Cosmeticoressia” si riferisce alla nuova e preoccupante tendenza di bambine e adolescenti ossessionate dai prodotti di belllezza e dalla cura della loro pelle.
Iniziano già dagli 8 anni e, sulla spinta di baby influencer che spopolano sui social, iniziano a praticare rituali di cura e di bellezza complessi e lunghi assolutamente inadatti alla loro pelle. Un buon esempio arriva da tutti i post che si possono trovare su tik tok e che rispondono all’hastag #sephorakids ad esempio. Eserciti di bambine adultizzate che mostrano prodotti di skin care come oggetti del desiderio e si perdono nel tentativo di scimmiottare tutti i procedimenti che visualizzano con ossessiva ripetizione quotidianamente. Iniziano seguendo dei tutorial per arrivare in autonomia a seguire pedissequamente, con ossessiva precisione, ogni passo delle pratiche a cui hanno assistito scrollando le loro influencer sul web.
Secondo alcune ricerche di marketing dietro il vertiginoso aumento delle vendite di cosmetici c’è proprio questo fenomeno di bambine e ragazzine che si fanno comprare, o a volte si comperano da sole online, prodotti di bellezza. la generazione Alpha (i nati dal 2010 a oggi) è sicuramente la generazione più consumistica mai esistita fino ad ora perché vittima di sollecitazioni continue frutto di precise e dirette scelte di marketing. Molti sono gli ambiti che preoccupano ma in questo caso i danni possono essere sia di tipo medico che di tipo psicologico.
Se i dermatologi sono preoccupati per la pericolosità nell’uso di questi prodotti non adatti alla pelle delle più giovani, da parte degli studiosi della saluta mentale la preoccupazione è che con il tempo questi comportamenti possano trasformarsi in possibili futuri disturbi di dismorfismo corporeo (eccessiva preoccupazione per un difetto fisico non presente o solo leggermente osservabile) o dell’immagine corporea in generale.
L’insicurezza sul proprio aspetto è uno degli elementi tipici dalla prepubertà in poi, ma il confronto continuo con canoni di bellezza stereotipati, ritoccati e resi artificioso da cure e pratiche di skin care o make up non fa altro che mettere a rischio l’immagine di sé e del proprio divenire.
Si parla tanto di autostima, di supporto e guida dei ragazzi alla ricerca del loro valore, ma poi li si lascia soli davanti a un bombardamento di immagini che riportano a modelli lontani, spesso che arrivano da parti del mondo come la Korea o gli Stati Uniti e li lasciamo entrare in un vortice dal quale sarà difficile uscirne. Spesso sono ragazzine che hanno già di loro una tendenza al perfezionismo o sono continuamente alla ricerca di una loro visione estetica che le possano compiacere; sono le stesse ragazze che trovano poi nei vari tutorial, pod cast o semplicemente reel continue conferme del fatto che possono andare alla ricerca anche in loro di una perfezione estetica affinando la cura della loro pelle o del loro trucco.
Cosa possono fare i genitori per evitare questo rischio?
La prima cosa è sicuramente permettere ai propri figli di sviluppare un senso critico rispetto ai contenuti e alle proposte che il mondo del web propone. Guardare assieme a loro scrollando di contenuto in contenuto, facendo loro notare la reale intenzionalità e l’inadeguatezza o la precarietà di molte proposte. La creazione di una mentalità critica deve passare anche attraverso la valutazione di quanto di reale ci possa essere e di quanto non sia necessario conformarsi a tutti i costi ai canoni irreali di bellezza e prestanza che spesso si vedono nei social. Valorizzare la cura di sé come concetto di benessere e salute, e non di bellezza e perfezione, è un principio che dovrebbe essere insegnato fin dall’infanzia e che in questo modo arriverebbe in adolescenza come un dato di fatto acquisito e metabolizzato.
La seconda cosa riguarda un aspetto puramente relazionale che si crea anch’esso già dall’infanzia e che consiste nell’evitare di opporsi in continuazione, di imporsi insistentemente, cercando il giusto compromesso affinché i ragazzi possano ritrovare sempre in famiglia il supporto adeguato a tutti le criticità che incontreranno nella difficile fase di identificazione in adolescenza. Riconoscere che i loro comportamenti di estraniazione e fuga sono assolutamente necessari, accettare che abbiano bisogno dei loro spazi e di sentirsi autonomi e capaci di affrontare le cose prediligendo i pari e il gruppo come guida piuttosto che i genitori stessi.
Vicini e lontani allo stesso tempo, questo dovrebbero riuscire a fare i genitori degli adolescenti di oggi, aiutandoli al tempo stesso a prendere le giuste distanze emotive da ciò che è virtuale, affinché non possa fare loro del male.