L’emozione della Musica
In questi giorni la maggior parte degli italiani è alle prese con la gara canora più importante dell’anno e, oltre alla popolarità dell’evento, alla sua mediaticità e diffusione globale, in molti di noi vengono evocati ricordi di infanzia, rituali familiari e di conseguenza emozioni e vissuti che da sempre accompagnano la nostra vita. Al di là dell’evento e della sua popolarità, la musica è per tutti, facilmente reperibile, di semplice utilizzo, chiunque può usufruirne e sceglierla in base ai propri intenti.
Noi tutti viviamo da sempre la musica come uno strumento di vita. Utilizzata per regolare, controllare, provare e liberare le emozioni, dalle ninne nanne per addormentarci alle prime preferenze musicali, fino a dedicare alcune composizioni agli eventi più importanti della vita, la musica entra da subito nella nostra vita, la colora, l’allevia e la scandisce con sonora regolarità.
Ma perché la musica è in grado di evocare, provocare o stimolare diversi stati emotivi?
Il primo motivo per cui molte persone si appassionano alla musica e impegnano molto tempo ad ascoltarla è perché rappresenta una forma dinamica di emozione e il trasmettere emozioni è considerata l’essenza stessa della musica.
Le emozioni della musica possono essere suscitate sia dalla natura intrinseca della musica così come dal contesta nella quale la percepiamo o anche da altri fattori esterni.
Il tronco encefalico è il primo a percepire le caratteristiche del brano musicale che stiamo ascoltando e risponde in modo veloce ed automatico allo stimolo ricevuto.
L’associazione di un brano ad una particolare emozione può derivare, grazie al meccanismo del condizionamento classico, dal fatto che questo brano viene associato ripetutamente a situazioni emotivamente positive o negative.
Un altro processo attraverso il quale vengono evocate emozioni può essere invece quello del contagio emotivo che si verifica quando chi ascolta un brano percepisce le emozioni che il brano trasmette e “mima” internamente queste emozioni grazie all’uso dei neuroni a specchio. Alcuni studi hanno confermato che siamo in grado di percepire l’emozione altrui anche solo dal suono della voce attraverso la sua frequenza, la sua intensità e la sua energia.
Un altro modo attraverso il quale avviene l’evocazione delle emozioni con la musica è l’immaginazione visiva. Se un brano riesce a far affiorare dalla nostra mente alcune immagini molto probabilmente verranno evocate in noi emozioni legate a quella particolare immagine.
Ma se usiamo la musica per scaricare lo stress, per renderci felici, per liberare la testa perché allora ci piace tanto ascoltare anche le canzoni tristi?
Alcuni studi hanno cercato di dare una risposta a questa domanda partendo dal presupposto che i maggiori fruitori di musica sono gli adolescenti che la utilizzano come una sorta di palestra emotiva, sulla quale si allenano ai vissuti emotivi che dovranno affrontare nel loro futuro. Non solo in adolescenza ma anche dopo la musica triste ci permette di entrare in contatto con il nostro Io emotivo, passando attraverso il vissuto di qualcun altro. La condivisione di questa emozione negativa ci dà inoltre la possibilità di uno sfogo emotivo che permette in alcuni casi di liberare dei blocchi e nodi consolidati. Ad esempio la commozione avvertita potrebbe stimolare la produzione degli ormoni del benessere come l’ossitocina e la prolattina attivando una sorta di sollievo che proviamo solo dopo il pianto.
E’ chiaro quindi che la musica ci fa stare bene e la sua compagnia diventa fondamentale per accompagnare e scandire i nostri eventi di vita.
Basti pensare che è stato dimostrato che le mucche producono più latte se ascoltano Mozart, oppure che le piante fioriscono di più quando c’è musica in sottofondo, possiamo solo immaginare quali siano gli effetti non solo sul nostro umore ma anche su altri aspetti comportamentali e di vita.
La musica allunga e salvaguardia la nostra vita
Molte ricerche hanno dimostrato che il sistema immunitario risente dell’effetto della musica al punto che sembra poter attenuare il naturale decorso della vita che porta ad indebolire le nostre difese immunitarie. Questa convinzione deriva dalla grande attenzione che viene data negli ultimi anni alle emozioni e ai vissuti quotidiani positivi e ottimistici e, visto che alla musica viene riconosciuto il suo ruolo nella riduzione dello stress, è possibile pensare ragionevolmente che sia un’ottima strada per migliorare le funzioni immunitarie.
Quindi continuare ad ascoltare musica a scriverla produrla e diffonderla è doveroso e necessario.
Come disse Frank Zappa
Senza la musica per decorarlo, il tempo sarebbe solo una noiosa sequela di scadenze produttive e di date in cui pagare le bollette.
Buon ascolto a tutti
Dott.ssa Loredana Luise
Ugo
Vorrei aggiungere che la musica rappresenta secondo me, anche un desiderio finalmente soddisfatto, d libertà espressiva del nostro essere. Andare al di là dei confini imposti dalle convenzioni o semplicemente dalle consuetudini mentali della "normalità" cui ci si deve adeguare per non sentirsi esclusi o diversi dagli altri. E questa forma mentis per un musicista rappresenta o dovrebbe rappresentare, il vero talento artistico.